Negli anni Ottanta Marianne Williamson è stata la persona che ha maggiormente approfondito lo studio di un libro allora famoso tra molti di noi, Un corso in miracoli, di Helen Schucman e William Thetford. Ed è stato così che, nel 1983, ha iniziato a tenere delle conferenze a piccoli gruppi di persone su questo tema.
Poi è successo qualcosa di particolare: ciò che era iniziato solo per caso pian piano si è trasformato in un impegno di vita. Negli ultimi trentacinque anni Marianne ha scritto oltre quattordici libri, tra cui diversi bestseller mondiali, e fondato due organizzazioni no profit, come Project Angel Food, un servizio che a Los Angeles porta gratuitamente i pasti a domicilio ai malati di Aids costretti a letto. Ha anche tenuto un numero infinito di sermoni e discorsi, partecipato a migliaia di summit e conferenze internazionali, è stata spesso ospite nel famoso programma di Oprah Winfrey, ha tenuto centinaia di corsi, fatto sessioni individuali a decine di migliaia di persone. In breve, è diventata un’icona della spiritualità moderna.
Al di là di tutto questo, ciò che mi ha sempre colpito in Marianne è il suo attivismo appassionato e il suo desiderio di creare un mondo che rifletta le verità spirituali. Si è persino candidata alle presidenziali degli Stati Uniti nel 2020, sostenendo una politica basata sull’amore e non sulla paura, sulla libertà e non sull’oppressione, sulla pace e non sulla guerra, sull’inclusione anziché sulla separazione. In generale, negli ultimi decenni Marianne ha fatto tantissimo per far progredire la consapevolezza personale e sociale. Ha aperto le porte della coscienza umana innalzandola verso i valori spirituali, portando messaggi di pace e di speranza.
È per questo che sono molto felice e onorata di aprire la collana sulla spiritualità che curo proprio con un libro di Marianne.
Dalle lacrime alla luce è un titolo autoesplicativo: è esattamente il percorso attraverso il quale il libro guida il lettore.
Sarebbe meraviglioso se la vita fosse composta solo da emozioni positive: gioia, entusiasmo, allegria, giocosità, serenità, felicità. Ma forse non sarebbe la vita. La vita è fatta anche di momenti difficili, di salite ripide, di momenti bui.
Ma come affrontiamo quei momenti? Questo è ciò che fa la differenza nella nostra vita. Siamo in grado di comprendere la sofferenza? Di accettarla pur senza rassegnarci? Di farla passare attraverso di noi per trasformarla?
I demoni personali che emergono dall’antro buio dell’infelicità non possono semplicemente essere “trattati”, ma sono da dissolvere nella luce della consapevolezza di sé. Infatti, non si tratta di dimenticare, ma di dare un altro significato a ciò che ci è accaduto. Qualsiasi dolore, tradimento, fallimento, è stata un’occasione per crescere. Non possiamo negare il dolore, però possiamo trascenderlo.
Una tale comprensione della sofferenza ci permette di uscire dall’idea infantile che qualunque esperienza dolorosa sia di per sé assolutamente negativa. È il modo in cui rispondiamo alla sofferenza a determinare se questa diventerà per noi un allenamento per rafforzare i nostri muscoli emotivi e mentali o una stampella per l’inerzia e la passività.
Infatti, come ci suggerisce Marianne, i periodi di sofferenza non sempre sono deviazioni nel viaggio verso la luce, ma possono rivelarsi soste fondamentali lungo il cammino.
Buon viaggio e buona lettura!