La cultura è diventata rumore di fondo, gli algoritmi pilotano ciò che vediamo suggerendocelo, trasformano i contenuti adattandoli alla circolazione priva di attrito dei feed automatizzati. Le idee che attraversano Filterworld. Come gli algoritmi hanno appiattito la cultura (ROI, 2024) di Kyle Chayka, giornalista del New Yorker, subito sembrano vere, ma ti chiedi se non sia sempre stato così, con i mezzi di distribuzione a far convergere la popolarità verso determinati punti e non altri. “Eccoci qua, facci divertire”: ricordo pomeriggi convinto che ascoltare Smell Like Teen Spirit fosse libero arbitrio, invece era la programmazione di MTV. Nel libro di Chayka, però, c’è più dell’ovvio: l’autore è nato in Connecticut e dice che lì “internet era lo spazio culturalmente più radicale alla mia portata”, ma c’è stato un momento in cui la rete è cambiata, a metà degli anni Dieci. Pare preistoria ma una volta su Instagram guardavi le foto dei tuoi amici e il feed di Twitter si aggiornava cronologicamente. Poi gli algoritmi di suggerimento si sono fatti strada, dalla home di Netflix al brano successivo di Spotify, creando quello che Chayka chiama il “mondo filtrato”: è impossibile che un pezzo di cultura circoli senza gli algoritmi, oggi è il feed a costruire il pubblico.
Prima dei suggerimenti automatizzati c’erano gli appassionati che spargevano consigli. Prima che internet venisse svuotata dalle poche aziende che controllano le piattaforme, l’attenzione dei naviganti si diffondeva in una costellazione di siti web di piccole dimensioni. I gesti che davano forma a quella costellazione erano la profonda conoscenza di qualcosa e il suo scambio, perlopiù nel modo gratuito del dono. Internet senza un centro di inizio secolo con le sue bizzarrie, le pratiche al limite od oltre la legalità, “come modello di distribuzione culturale, così come esisteva negli anni Duemila, non riesco a pensare a nulla di meglio dell’ecosistema dei forum e del file sharing”, scrive Chayka. I suggerimenti culturali condivisi da persone erano “atti sociali e morali”, l’inizio di percorsi fuori dai circuiti stabiliti.
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Nella creazione del gusto, nelle scelte che un individuo compie discriminando ciò che gli piace e cosa no, si costruisce la visione del mondo: un gioco che si può condividere con gli altri. Archie e Amy, alla fine della scena, su una panchina lontano da casa, si baciano per la prima volta.