Pubblichiamo un estratto dell’intervista al guru mondiale del marketing Seth Godin per Il Sole 24 Ore, in cui spiega il concetto alla base del suo nuovo libro, Il canto del significato.
«Per molti di noi il marketing è ancora legato ai passaggi televisivi e a marche destinate ad una fruizione di massa. Solo i più giovani, gli under 25, conoscono un modo in cui tutti i contenuti di valore si trovano nella coda lunga, dove le nicchie sono più redditizie del centro del mercato e dove la connessione è molto più potente dell’interruzione».
Non fa sconti a nessuno Seth Godin, guru mondiale del marketing contemporaneo, tornato in libreria con «Il canto del significato», uscito per Roi Edizioni. Il suo atto d’accusa suggerisce di rimettere al centro i valori. Una consapevolezza che determina un nuovo modo di lavorare. «La produttività aumenta, insieme ai profitti, quando ci rendiamo conto che gli esseri umani sono il fine, non solo il mezzo. Non si può più vincere solo competendo nell’ambito economico perché c’è sempre qualcun altro che è più economico di te. Quando ne scrissi vent’anni fa, tutto questo era rivoluzionario. Oggi è normale. Bisogna prendere posizione e penso che la divisione diventi più profonda tra i tanti che fanno promesse rispetto ai pochi che vogliono mantenerle. Servono più umanità, più impatto, più connessione. Fare la differenza, essere parte di qualcosa e svolgere un lavoro di cui andare fieri. Questo è il canto del significato», precisa Godin. I suoi post su Seth.blog sono letti da migliaia di fan nel mondo e oggi torna a scrivere un manifesto per i team e i loro leader. Un modo per ripensare il business, partendo dal dare un senso alle cose. «Il significato è una scelta e le organizzazioni lo stanno già attuando. La rivoluzione del significato sta erodendo il potere commerciale dell’industrialismo e ci spinge continuamente a creare organizzazioni difficili da immaginare uno o due decenni fa», dice Godin.
Come intraprendere questo percorso?
Come tutte le decisioni importanti, anche questa non è scontata, facile o conveniente, almeno all’inizio. Ma non c’è spazio per chi esita di fronte ai cambiamenti.
Quali sono le organizzazioni significative?
Sono quelle che stanno sostituendo le realtà industriali e possono creare valore, anche economico, generando impatto, attraendo e trattenendo i talenti e offrendo ambienti di lavori migliori. Queste organizzazioni sfidano le loro persone e i loro clienti a costruire qualcosa che sia meglio piuttosto che mediocre.
Non c’è più posto per la mediocrità?
I prodotti mediocri non ci stanno abbandonando. Nel complesso dominano ancora e lo faranno a lungo. Ma non forniscono valore.
Che guida, il manager o il leader?
Per prima cosa bisogna precisare che leadership non è la stessa cosa di management. La direzione guarda indietro, è il lavoro di conformità e misurazione. La leadership ci dà la possibilità di costruire qualcosa di nuovo, ma ciò include l’obbligo di fare qualcosa che potrebbe anche non funzionare. Quando il leader crea le condizioni per andare avanti, quindi dà significato alle azioni, le persone lo seguono.
Leggi l’articolo completo su Il sole 24 Ore