Pubblichiamo l’estratto dell’intervista a Riccardo Pittis su Tuttosport, a cura di Piero Guerrini. Per ROI Edizioni Riccardo Pittis ha pubblicato Lasciatemi perdere.
Pittis, perché Lasciatemi perdere? Non era obbligatorio mettersi a nudo.
«Era mia necessità, avevo qualcosa che mi pesava dentro. Perché ci si può e deve vergognare, ma non c’è necessariamente vergogna nella vergogna. E soprattutto ho pensato che raccontare la mia storia possa essere utile».
In mezzo alle tante strade percorse, alla tante cadute, perché non ha mai pensato di restare nel basket?
«Perché non sapevo cosa fare, ma sapevo dopo un paio di tentativi poco convinti cosa non volevo fare. Non c’entravo più, non c’entravo con la pallacanestro non giocata.»
Dice che della sua attuale occupazione ciò che apprezza di più è la possibilità e capacità di emozionare. Un po’ come quando giocava.
«Capire che emozionare e trasmettere emozioni è ciò di cui ho bisogno per stare bene con me stesso è la più grande conquista del percorso di crescita personale. Non è l’unico modo, ognuno può trovare un motivo, ma è quello che mi fa sentire a mio agio. Non è che si debba vivere sempre di emozioni forti, però le emozioni aiutano.»