Smania incontenibile e costante: come i media digitali hanno reso tutti noi dipendenti dalla dopamina

Secondo l'esperta di dipendenze Anna Lembke, i nostri telefoni ci stanno trasformando in drogati di dopamina, con ogni swipe, like e tweet a nutrire la nostra dipendenza. Come combattere la nostra dipendenza digitale?
4 Febbraio 2022

“Stiamo notando un’enorme esplosione nel numero di persone che affrontano dipendenze minori”, dice Lembke. Questo ha delle conseguenze. Anche se abbiamo infinite fonti di divertimento alla portata delle nostre dita, “i dati mostrano che siamo sempre meno felici”, dice. Le percentuali globali sulla depressione sono salite vertiginosamente negli ultimi 30 anni e, secondo il World Happiness Report, le persone nei Paesi ad alto reddito sono diventate più infelici nell’ultimo decennio o giù di lì. Abbiamo dimenticato come restare da soli con i nostri pensieri. “Ci interrompiamo continuamente”, come dice Lembke, per una breve “dose” digitale, per cui raramente ci concentriamo su obiettivi faticosi e raramente entriamo in un flow creativo. Per molti, la pandemia ha esacerbato la dipendenza da social media e altri dispositivi digitali, così come da alcol e da droghe.

La dipendenza è uno spettro: non è semplicemente essere dipendenti o non esserlo. Si arriva alla cura clinica quando la dipendenza “interferisce significativamente” con la vita e la capacità di agire di qualcuno, ma quando si tratta di dipendenze minori legate al digitale, l’effetto è pericoloso. “Si arriva ad una questione filosofica: come il tempo che passo al telefono interferisce con la mia capacità di essere un buon genitore, coniuge o amico?” dice Lembke. “Io credo che ci sia un costo – un costo che penso non riconosciamo pienamente perché è difficile [da vedere] quando ci sei dentro”

Ha scritto L’era della dopamina perché crede che i suoi pazienti in via di guarigione – sia il sessantenne Jacob che ha costruito una macchina per la masturbazione per saziare la sua dipendenza dal sesso; sia la teenager Delilah, che non riusciva ad uscire dal letto senza che fosse fatta di cannabis; o Chi, che comprava migliaia di beni di consumo a basso costo online solo per sperimentare il brivido di aprire il pacchetto – abbiano “acquisito una saggezza da cui tutti potremo trarre beneficio”.

A partire dalle lezioni imparate dentro al suo ufficio nella Silicon Valley, arredato con un dipinto di pesche giganti e una tappezzeria colorata macchiata di caffè, ci esorta a fare spazio nei nostri cervelli per lasciare che i pensieri scorrano su di noi invece di cercare continuamente degli stimoli. Può sembrare un po’ meno divertente, e comporta tollerare un disagio invece di cercare rifugio in cose scintillanti, ma questa “nuova forma di ascetismo” è, promette, il “sentiero per una buona vita”.

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