I cori iniziano con un dolce canto e crescono fino a raggiungere un’adrenalinica frenesia. Le nostre voci si sprigionano dal molo di Marina Hemingway in un boato fragoroso, che si diffonde tra le strade acciottolate dell’Avana Vecchia attraversando il mare verso le lontane coste degli Stati Uniti. L’Xtreme Dream Team è composto da trentacinque persone. Siamo raccolti in gruppo. La più vicina a me, al centro, è Bonnie. Poi c’è Candace. E Mark. E John. Sono la mia ancora di salvezza.
Urlo. Il tono si fa cadenzato:
“Da dove stiamo partendo?”
Loro rispondono:
“CUBA!!!”
Aumento il livello:
“Dove stiamo andando?”
Rincarano la dose:
“FLORIDA!!!!!!!”
Siamo euforici di fede. È la nostra versione laica di un incontro religioso, con la congregazione che canta in preda alla febbre. Siamo un tutt’uno. Questo sarà il nostro momento. La nostra passione collettiva ci catapulta in uno stato alterato di fervore. Le nostre voci risuonano nell’umido tardo pomeriggio di una giornata afosa all’Avana, il 23 settembre 2011. Siamo credenti.
L’equipaggio si disperde nelle rispettive barche mentre io torno nella stanza d’albergo. Devono passare la dogana e aspettare che io esca a nuoto dalla bocca del porto di Marina Hemingway tra due ore.
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Nadia Nyad
Una storia di coraggio e determinazione
La vera vittoria non sta nel traguardo, ma nella capacità di rialzarsi dopo ogni caduta