Nell’estate del 2010 ero ormai ossessionato dall’idea di rispondere a una semplice domanda: perché alcune persone finiscono per amare ciò che fanno mentre tanto altre falliscono in questo obiettivo? È stata questa ossessione a condurmi a persone come Thomas, le cui storia hanno contribuito a consolidare un’intuizione che da tempo sospettavo essere vera: quando si tratta di costruire un lavoro che si ama, seguire la propria passione non è un consiglio particolarmente utile.
La ragione che mi ha spinto a intraprendere questa strada è più o meno questa: nell’estate del 2010, quando questo interesse si è fatto più forte, ero un ricercatore post-dottorato al MIT, dove l’anno prima avevo conseguito il dottorato di ricerca in Informatica. Ero sulla buona strada per diventare professore, il che, in un programma di studi come quello del MIT, è considerato l’unico percorso rispettabile. Se ben gestito, un posto di professore è un lavoro per la vita.