Una volta, la scrittrice Margaret Atwood ha detto che gli esseri umani hanno un particolare “talento per l’insaziabilità”. Abraham Maslow, uno dei pionieri della psicologia contemporanea, ci ha descritto come “animali perennemente desideranti”. Non sono stati i primi a esprimere tali osservazioni. L’umanità ha da tempo riconosciuto che sta costantemente bramando e consumando sempre di più, ed è consapevole dei pericoli associati ai propri desideri. Considerate i precetti del cristianesimo in relazione alla lussuria, alla gola, all’avarizia e all’invidia. D’altro canto, il buddismo riconosce che la brama e l’attaccamento alle cose e alle persone sono la causa di ogni sofferenza. Possiamo citare anche alcune antiche narrazioni, come quella greca che riguarda il re Mida, la storia indiana di Kirtimukha e il racconto cinese di T’ao T’ieh. Questi insegnamenti religiosi e questi antichi miti ci avvertono in merito allo stesso fenomeno: quando cediamo al nostro insaziabile appetito, finiamo per divorare noi stessi.
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Michael Easter
Perché desideriamo ottenere sempre di più
Siamo sempre a un passo da dove desideriamo essere