Sembriamo credere che le nostre condizioni interne ed esterne saranno perfette, che saremo in grado di “arrivare” e riposare, una volta soddisfatto l’ennesimo desiderio. Ebbene, questa è una mera illusione. Una volta appagato il nostro attuale desiderio – indipendentemente dalla sua entità – sembrerebbe che il nostro cervello produca quello successivo. In altri termini, è come se fossimo sempre a un passo da dove desideriamo essere. Una volta compiuto quel passo, il campo si espande. Ho osservato tutto ciò in me stesso. Ho trascorso gran parte dei miei vent’anni in cerca di una dimensione perfetta che credevo fosse nascosta nel prossimo drink. Ovviamente, non l’ho mai trovata e quella ricerca ha rischiato di uccidermi. Quando sono riuscito a mantenermi sobrio, a ventotto anni, ho effettivamente smesso di divorare me stesso. Almeno fino a quando non ho cercato qualcos’altro di cui avere fame. Il mio io desiderante non è mai scomparso. Ha solo spostato la sua attenzione, inducendomi a desiderare di più altre cose: il denaro e lo status, la gratificazione fatua associata agli acquisti d’impulso, oppure la prossima cena fuori casa.

Il tuo carrello
  • Non hai prodotti nel carrello.
Spedizione gratuita in tutta Italia

Condividi

Resta aggiornato
Iscriviti alla newsletter

Ricevi notizie sulle nuove uscite e gli eventi della casa editrice, contenuti interessanti e promozioni

Resta aggiornato
Iscriviti alla newsletter

Ricevi notizie sulle nuove uscite e gli eventi della casa editrice, contenuti interessanti e promozioni