Jurriaan Kamer, Rini van Solingen, Elena Baroni

Capitano della squadra: la lezione dei box di Formula 1 alle aziende

Velocizzare i processi senza sacrificare la qualità, lavorare sull'efficienza, costruire un nuovo modello di leadership e una nuova mentalità aziendale, nella quale ciascun dipendente è coinvolto, partecipativo e responsabilizzato in vista dello scopo finale, con la giusta strategia.

Dopo il dessert, vedo il capo del team della Faster Racing che attraversa il padiglione. Ha i capelli castani, lisci e una barba sottile. Si chiama Edwin e credo che sia sulla quarantina. Ho sentito da qualche parte che ha sposato una pop star, ma non ricordo esattamente quale. Passa davanti a quasi tutti i tavoli e saluta molte persone. La gara è finita, ma a quanto pare la sua giornata ancora no. Stringe la mano e si fa fotografare con numerosi ospiti. Saluta anche il nostro ex presidente del consiglio e si fa un selfie con lui. Pochi istanti dopo il padiglione inizia a svuotarsi. Anch’io sono pronto ad andare, ma quando vedo Edwin seduto all’angolo del bar, non riesco a contenere la mia curiosità e vado da lui.

Mi avvicino con esitazione: “Mi scusi, Edwin, posso chiederle una cosa?” Per fortuna, il mio inglese è ancora abbastanza buono e, come con Mark, riesco a intrattenere una conversazione. Lui sbadiglia un po’, si stiracchia e poi risponde abbastanza energicamente: “Certo. Cosa posso fare per lei?” Continuo: “Mi chiamo Valerio Petri ed ero nel box con lei durante la gara.” Edwin mi guarda con aria interrogativa: “Ah sì, ora ti riconosco. Ho visto che hai anche parlato con Mark per un po’, tra la gara e il debriefing. Lui lo fa raramente, di solito si lancia nella sala riunioni.” Mi piace sentire che è stato un momento speciale. Mi sembrava che lo fosse e anche Edwin l’aveva notato. Chiedo: “Ho ascoltato il vostro debriefing attraverso le cuffie. E ho notato che la conversazione dura quasi più a lungo dell’intera gara. Perché gli dedicate così tanto tempo?” Edwin mi guarda sorpreso, come se avessi appena fatto una domanda stupida. “Be’, in realtà è una questione di buon senso. Devo davvero spiegarlo?” Ricordo che Mark ha detto qualcosa di simile. “Uh, sì per favore”, rispondo.

Edwin prima fa un cenno ordinando qualcosa da bere al barista, il quale sembra sapere immediatamente che cosa voglia. Poi comincia: “Se migliori un po’ ogni giorno, il tempo risolverà tutti i tuoi problemi. Inoltre, tutte le squadre da corsa lo fanno, quindi se non migliori continuamente, in poco tempo ti ritroverai a inseguire gli altri.” Lo guardo con un’espressione interrogativa. “Durante il debriefing, discutiamo su cosa può essere migliorato la prossima volta. Guadagniamo il tempo che investiamo in questo tipo di attività. Durante il weekend di gara, abbiamo un ritmo fisso, con altri cinquanta momenti di condivisione pianificati, che utilizziamo per riflettere e imparare.” Cinquanta di questi incontri in un fine settimana? Non può essere vero. È persino peggio di tutte le riunioni che ho con la FCCG ogni settimana. Il barista porge a Edwin una lattina di soda. Lui beve un sorso e continua: “Stasera trasporteremo l’intero circo al circuito in Russia, dove correremo fra una settimana. Questo ci lascia circa quattro giorni per costruire una macchina migliore. Usando i dati e le informazioni che abbiamo raccolto durante il debrief, mi aspetto che faremo circa settecentocinquanta piccoli e grandi miglioramenti prima della prossima gara.”

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