Improvvisamente penso a quello che ha detto Mark, il pilota: fisica elementare. La massa ti rallenta! Rimuovi le cose che non servono per diventare più veloce. Geniale! Quando le cose non vanno bene, spesso si interviene aggiungendo regole o apportando modifiche. Ma anche eliminare le cose è una possibilità, e forse addirittura migliore. Chiacchieriamo a lungo. Il tempo sembra fermarsi e dimentico tutto ciò che mi circonda. Oltre alla massa, parliamo anche della forza. Edwin dice con entusiasmo: “Nel corso degli anni ho imparato che, come manager, non puoi portare avanti l’intera organizzazione da solo. Il tuo impulso naturale è quello di voler sapere tutto, prendere decisioni su tutto, e dire alle persone esattamente cosa fare. Anche se sei l’uomo più intelligente o più forte della Terra, questo non è possibile. In un’organizzazione, ognuno deve mettere le mani sul volante e usare la propria capacità di pensiero. Questo diventa possibile solo se hai il coraggio di fidarti delle persone e sfrutti la loro intelligenza collettiva. Lo applico facendo in modo che tutti siano coinvolti, si assumano la responsabilità e agiscano di conseguenza.”
Mi sembra una favola. Rispondo: “I dipendenti che si assumono la responsabilità e sono coinvolti… I nostri dipendenti sono coinvolti, ma si preoccupano soprattutto di loro stessi e del loro reparto. Fanno quello che vogliono e non sembrano preoccuparsi di quello che stiamo cercando di ottenere come azienda. Sono anni che cerco di cambiare questa situazione, ma in qualche modo non ci riesco. Sembra che non lo vogliano.” Mi guarda di nuovo come se fossi stupido: “Be’, in realtà, è molto semplice, Valerio. Se continui a fare il micromanager, la gente si tirerà indietro. Se vuoi dipendenti coinvolti, devi solo coinvolgerli nei processi decisionali.” Sorrido, pensando che questo potrebbe essere un comandamento. Se vuoi persone coinvolte, allora devi solo coinvolgerle. Edwin guarda l’orologio e improvvisamente afferra la sua borsa in fretta e furia. Dice: “Devo andare, sono già in ritardo. Buona fortuna, Valerio. E ricorda: non puoi costringere le persone a prendersi delle responsabilità, devono volerlo fare da sole.” Si alza ed esce di fretta dal padiglione. Gli lancio dietro un “Sì, ma come?”, ma non mi risponde. Guardo la lattina di soda vuota e vedo che ha lasciato il suo biglietto da visita con il suo numero di cellulare. Lo metto rapidamente in tasca.