Dan Ariely

Come poteva quella persona credere a quella cosa?

Un viaggio personale e professionale alla scoperta delle false credenze e delle teorie del complotto. Un libro che ci aiuta a capire e a riflettere la natura delle nostre opinioni, come si formano e come le forze della disinformazione possono distorcerle.

Mi chiedo spesso se il problema delle false credenze si stia acuendo. Dal punto di vista aneddotico, parrebbe proprio di sì. Sembra che le teorie del complotto si stiano propagando in maniera esponenziale, alimentate da Internet, dalla pandemia di Covid-19, dalla polarizzazione della politica e, più recentemente, dai progressi tecnologici dell’intelligenza artificiale. Le false credenze non sono più relegate ai margini della società, diffuse attraverso video fatti in casa, recitati goffamente, e nelle chat private. Oggigiorno, sono continuamente divulgate da politici che sono stati eletti, da celebrità indubbiamente popolari e da conduttori di notiziari trasmessi via cavo. Quindi, incidono pericolosamente sulla vita di tutti noi, anche con eventi drammatici, come, per esempio, l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021 e i crimini d’odio indotti dalla disinformazione. Soltanto il tempo e la ricerca ci diranno fino a che punto, oggigiorno, sono più comuni o semplicemente più visibili.
Sappiamo che il problema delle false credenze ha fatto il suo esordio ben prima della nostra epoca e che, probabilmente, persisterà nella dimensione del futuro prevedibile. Solo per acquisire il senso storico della tenacia della falsa credenza, ecco un paio di esempi che riguardano i tempi antichi: nel 68 d.C., alcuni Romani credevano che il famigerato imperatore Nerone avesse simulato la sua morte e stesse organizzando un complotto per riconquistare il trono. Negli anni successivi, Roma fu afflitta da un’ondata di impostori che affermavano di essere l’imperatore. D’altro canto, alcune persone ritenevano che, in realtà, la regina Elisabetta I fosse morta da bambina, e fosse poi stata segretamente “sostituita” da un ragazzo (perché, altrimenti, la regina non si è mai sposata e ha sempre indossato una parrucca?).

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