Questa è l’arte dei cambiamenti geometrico-esponenziali che vedremo più avanti: creare un fenomeno minimale che inneschi una reazione a catena fino all’effetto massimale. A questo punto, potete vedere come diventare coraggiosi sia un modo di approcciarsi all’esistenza, fondato sulla paura, che sfrutta le nostre risorse di base. Aristotele diceva che l’eccellenza è un’attitudine, un atteggiamento verso la vita – e aveva ragione –, ma diceva anche un’altra cosa interessante: “Noi siamo quello che facciamo continuamente e ripetutamente.” Qual è il meccanismo che ci frega più di tutti gli altri? Il meccanismo delle abitudini che ci asserviscono dolcemente. Non prestiamo abbastanza attenzione al fatto che tendiamo a ripetere copioni e che questi copioni – badate bene – non sono il frutto di un istinto di morte freudiano o di relazionali negative familiari; al contrario sono il frutto di ciò che ha avuto successo.
La nostra “psicotrappola” peggiore è proprio quella di mettere in atto, ripetutamente, ciò che nel nostro passato ha funzionato e ci ha fatto ottenere il successo. Ripetiamo quello stesso comportamento, come se fosse una soluzione universale. Ma il fatto che due situazioni si somiglino non significa che siano identiche. Quindi io sono convinto di mettere in atto qualcosa che funzionerà, perché ha funzionato in una situazione simile, ma in realtà lo applico a qualche cosa che ha un meccanismo diverso. Come conseguenza,
si produrrà un effetto disfunzionale invece che un effetto funzionale.