Huang, nato a Taiwan, emigrò negli Stati Uniti quando aveva dieci anni. Il Denny’s fu il simbolo della sua integrazione: lavorando lì da adolescente, assaggiò l’intero menu. Tuttavia, mi ha detto, conservava ancora la prospettiva di un outsider. “Si è sempre immigrati”, ha affermato. “Io sarò sempre cinese.” Co-fondò Nvidia (pronunciato IN-vidia, e non NUH-vidia) nel 1993, all’età di trent’anni, puntando in un primo momento sul nascente mercato della grafica per videogiochi di fascia alta. I suoi prodotti ebbero subito successo: ai clienti piaceva assemblare i propri pc, e alcuni acquistavano dei case trasparenti per mettere in mostra le componenti hardware Nvidia.
Alla fine degli anni Novanta, nel tentativo di migliorare la resa grafica della serie di videogiochi Quake, Nvidia apportò una piccola modifica all’architettura dei circuiti dei suoi processori, permettendo di risolvere più problemi contemporaneamente.
Questo approccio, noto come “calcolo parallelo”, fu un azzardo. “L’indice di successo del calcolo parallelo era pari a zero prima
che arrivassimo noi”, ha dichiarato Huang snocciolando una lista di startup finite nel dimenticatoio. “Letteralmente zero. Chiunque abbia cercato di farne un business ha fallito.” Huang ignorò questo sconfortante bilancio, perseguendo la sua visione non convenzionale e sfidando Wall Street per oltre un decennio. Cercò clienti al di fuori del mondo del gaming, persone che avessero bisogno di una grande potenza di calcolo: meteorologi, radiologi, cercatori di petrolio offshore e altri ancora. In quel periodo il prezzo delle azioni di Nvidia era basso, e lui dovette difendersi dai tentativi di scalata per tenersi stretto il suo ruolo. Huang portò avanti la sua scommessa, perdendo denaro per anni, finché nel 2012 un gruppo di accademici dissidenti di Toronto non acquistò due schede grafiche per videogiochi per addestrare una nuova tipologia di intelligenza artificiale nota come rete neurale.
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Stephen Witt
La storia di Jensen Huang e la nascita di Nvidia
Al centro di questa storia c’è un uomo dinamico, imprevedibile, geniale e incredibilmente dedito al suo lavoro. Un imprenditore ostinato che per trent’anni ha portato avanti la sua visione radicale dell’informatica, mentre diventava uno degli uomini più ricchi della Terra.