Per esempio, Kelsey credeva di fare un favore a tutti attenendosi a email stringate. Però il suo team le trovava fredde e ambigue. Lei inoltrava gli inviti in calendario all’ultimo minuto senza spiegazioni, facendo sentire ai colleghi del team che mancava loro di rispetto, come se l’agenda di Kelsey fosse più importante della loro. Durante le presentazioni strategiche, Kelsey abbassava ripetutamente lo sguardo sul cellulare, facendo sentire gli altri come se avesse disertato. Il digital body language di Kelsey, quindi, era terribile. Neutralizzava la chiarezza molto concreta che emerge quando nell’ambiente di lavoro i colleghi (d’accordo, gli esseri umani in generale) si sentono in connessione l’uno con l’altro mediante il linguaggio fisico del corpo.
Mi resi conto che la nostra comprensione del linguaggio del corpo aveva bisogno di essere ridefinita per il contesto lavorativo contemporaneo. Nell’epoca attuale, siamo tutti “immigrati” che imparano una cultura e una lingua nuove, tranne che stavolta si tratta di quelle dello spazio digitale. Essere un buon leader oggigiorno non significa solamente essere consapevoli degli indizi e dei segnali delle altre persone, ma anche padroneggiare questo nuovo digital body language che non esisteva vent’anni fa e che è un linguaggio che la maggioranza delle persone adesso “parla” male quanto io parlavo male l’hindi da bambina!