Centinaia di migliaia di sudanesi sono morti a causa del cattivo marketing. Le religioni prosperano o declinano a causa delle scelte di marketing che operano. Le nostre conoscenze in materia di marketing condizionano la formazione dei bambini nelle scuole, la nascita di nuove aziende, la conquista e la perdita di posti di lavoro. Vi sembra forse che io sminuisca l’importanza di questi fatti suggerendo che il meccanismo che più li condiziona sia il marketing? Non è così. Credo, piuttosto, che gli spot e i battage pubblicitari abbiano banalizzato il marketing. L’idea che ho del marketing è assai più ampia e implica concetti troppo importanti perché il marketing stesso li trascuri. La notizia di un bambino rimasto intrappolato in fondo a un pozzo o di un’asta speciale di eBay conquista facilmente l’attenzione dei media e del pubblico, e si diffonde all’istante.

Vi sono idee che viaggiano in lungo e in largo esercitando un grande influsso su un vasto pubblico, ma ve ne sono anche di ancor più preziose e urgenti che paiono svanire nel nulla. Se gli uomini di marketing sapessero raccontare storie migliori sulle questioni davvero importanti – l’invio di farmaci che possono salvare migliaia di persone nei paesi poveri o quello di forze di pace dove ce
n’è bisogno – tutti ne trarremmo dei benefici. Se vi sta a cuore il futuro della vostra azienda, dell’associazione non profit, di una certa confessione religiosa o del pianeta, allora il marketing è molto importante. E lo è perché, che possiate o meno acquistare uno spazio pubblicitario in tv, se avete un’idea da diffondere siete automaticamente attori di marketing.

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