Quel momento di verità aveva dissolto le divisioni e l’aggressività. Aver trovato il coraggio di riconoscere le nostre ferite ha spazzato via ogni giudizio. In noi stesse e nell’altra abbiamo riconosciuto le nostre ferite, la vergogna e ciò che ci metteva a disagio. Riconoscendo queste ferite, abbiamo trovato la libertà. So che sono arrivata a quel momento grazie a una guida divina. Sono sicura che lo spirito mi abbia assegnato quel compito per mostrarmi una parte della mia ombra da guarire. Ricordate che, anche se siamo costantemente guidati, possiamo esercitare sempre il libero arbitrio. In quel momento potevo ritrarmi nell’oscurità della mia ombra o innalzarmi verso la luce. Ho scelto di innalzarmi nella luce. Quel compito spirituale mi ha permesso di riconoscere le mie ferite, ma c’era ancora del lavoro da fare. Esaminando da vicino i miei sentimenti, cominciavo a capire che il mio modo di reagire quando mi sentivo spaventata, inadeguata e bisognosa di protezione non corrispondeva in realtà a com’ero nel presente.
Era come se invece fossi una bambina innocente che cercava disperatamente di proteggersi dalla vergogna e dalla paura. La mia ritrovata consapevolezza del dolore che si nascondeva dietro i giudizi mi ha aiutato a vedermi con più amore e comprensione. Sono stata fiera di me per aver trovato il coraggio di affrontare l’oscurità e di individuare la ragione del mio comportamento. Sono riuscita a capire chiaramente come il tentativo di evitare la vergogna e la sofferenza irrisolte mi portassero a proiettarle verso l’esterno. Proiettavo vergogna e sofferenza sui miei amici, su mio marito e persino sugli estranei. Per tutta la vita avevo giudicato tutto e tutti intorno a me, per evitare di sentire la vergogna in me. Era una rivelazione importante che mi ha permesso di accorgermi di quanta tristezza ci fosse dentro di me e di come, proprio per sfuggire alla verità di quella tristezza, ricorressi al giudizio come principale arma di difesa.