Mihály Csíkszentmihályi
Sei capace di entrare nel flow?
L’esperienza ottimale, ovvero il flow, è qualcosa che noi facciamo accadere.
Tempo di lettura: 4 minuti
Per capire perché alcune delle cose che facciamo ci danno più soddisfazione di altre, esamineremo le condizioni dell’esperienza del flow. “Flow” è l’espressione con cui le persone descrivono lo stato della loro mente quando la coscienza è in una condizione di ordine armonico e loro vogliono realizzare quello che stanno facendo per amore della cosa in sé. Quando si esaminano alcune attività che regolarmente producono uno stato di flow (come sport, giochi, arte e hobby), diventa più facile capire che cosa ci rende felici.
Il modo in cui percepiamo la nostra vita è il risultato di molte forze che formano l’esperienza e che influenzano tutte il fatto che ci sentiamo bene oppure male. La maggior parte di queste forze sfugge al nostro controllo. Possiamo fare poco per il nostro aspetto, il nostro carattere o la nostra salute. Non possiamo decidere (quanto meno per il momento) quanto diventeremo alti, quanto saremo intelligenti. Non possiamo scegliere né i genitori né la data di nascita, e non dipende né da me né da voi decidere se ci sarà una guerra o una crisi economica. Le istruzioni contenute nei nostri geni, la forza di gravità, il polline dell’aria, il periodo storico in cui siamo nati: queste condizioni e innumerevoli altre determinano quello che vediamo, come ci sentiamo, che cosa facciamo. Non c’è da meravigliarsi, se crediamo che il nostro destino dipenda soprattutto da agenti esterni.
Eppure, noi tutti abbiamo esperienza di momenti in cui, invece di essere in balia di forze senza nome, sentiamo di avere il controllo delle nostre azioni, di essere padroni del nostro destino. Nelle rare occasioni in cui succede, proviamo un senso di euforia, un sentimento di benessere interiore che ricordiamo a lungo con piacere e che diventa nella memoria una pietra miliare di come dovrebbe essere la vita. Per esperienza ottimale intendiamo questo. È quello che prova la velista che stringe i bordi, con il vento che le fischia tra i capelli, quando la barca affronta le onde come un puledro, con le vele, lo scafo, il vento e il mare che le fanno fremere le vene con la loro armonia. È quello che prova un pittore, quando i colori sulla tela cominciano ad acquistare una tensione magnetica reciproca, e una cosa nuova, una forma vivente prende forma davanti al suo creatore meravigliato. Oppure è lo stato d’animo di un padre, quando il suo bambino risponde per la prima volta al suo sorriso.
Questi fatti, però, non si verificano solo quando le condizioni esterne sono favorevoli: persone sopravvissute ai campi di concentramento o che hanno superato situazioni di pericolo quasi letale spesso ricordano che durante la loro prova sperimentavano delle epifanie straordinariamente ricche per degli eventi semplici come sentire il canto di un uccello nella foresta, portare a termine un compito difficile o dividere una crosta di pane con un amico. Contrariamente a quanto pensiamo di solito, i momenti come questi, i momenti migliori della nostra vita, non sono quelli passivi, ricettivi e di rilassamento: benché anche tali esperienze risultino gradevoli se abbiamo faticato per ottenerle. Di solito i momenti migliori si presentano quando il corpo o la mente di una persona compiono il massimo sforzo nel tentativo volontario di realizzare qualcosa di difficile e meritevole di essere perseguito.
Così, l’esperienza ottimale, ovvero il flow, è qualcosa che noi facciamo accadere. Per una bambina può essere sistemare con dita tremanti l’ultimo blocco in cima alla torre che ha costruito, la più alta mai realizzata fino a quel momento; per un nuotatore può essere cercare di battere il proprio record; per un violinista padroneggiare un passaggio musicale difficile. Per ogni persona ci sono migliaia di possibilità, di sfide per crescere. Queste esperienze non sono necessariamente piacevoli nel momento in cui si verificano. Può darsi che al nuotatore facessero male i muscoli durante quella che sarebbe diventata la sua gara più memorabile, che gli sembrasse che i polmoni stessero per scoppiare e che gli girasse la testa per la fatica: eppure questi possono essere stati i momenti migliori della sua vita. Acquistare il controllo della propria esistenza non è mai facile e qualche volta può essere decisamente doloroso. Ma alla lunga le esperienze ottimali si sommano fino a un sentimento di padronanza (o, forse meglio, fino alla consapevolezza di partecipare a determinare il contenuto della vita), che è la cosa più vicina a quanto intendiamo.
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