Cal Newport
Non seguire le tue passioni
Come iniziare ad avere un controllo sulla propria carriera lavorativa
Tempo di lettura: 2 minuti
Nell'estate del 2010 ero ormai ossessionato dall'idea di rispondere a una semplice domanda: perché alcune persone finiscono per amare ciò che fanno mentre tanto altre falliscono in questo obiettivo? È stata questa ossessione a condurmi a persone come Thomas, le cui storia hanno contribuito a consolidare un'intuizione che da tempo sospettavo essere vera: quando si tratta di costruire un lavoro che si ama, seguire la propria passione non è un consiglio particolarmente utile.
La ragione che mi ha spinto a intraprendere questa strada è più o meno questa: nell'estate del 2010, quando questo interesse si è fatto più forte, ero un ricercatore post-dottorato al MIT, dove l'anno prima avevo conseguito il dottorato di ricerca in Informatica. Ero sulla buona strada per diventare professore, il che, in un programma di studi come quello del MIT, è considerato l'unico percorso rispettabile. Se ben gestito, un posto di professore è un lavoro per la vita.
In altre parole, nel 2010 stavo preparando quella che avrebbe potuto essere la mia prima e ultima candidatura lavorativa. Se c'era un momento per capire cosa genera la passione per il proprio lavoro, quello era il momento giusto.
Ciò che continuava a martellare la mia attenzione in quel periodo era la possibilità, concreta, di non ricevere una cattedra. Non molto tempo dopo aver conosciuto Thomas, avevo fissato un incontro con il mio consulente per discutere della mia carriera accademica. La domanda iniziale è stata: "Qual è la peggiore università in cui sei disposto a insegnare?". Il mondo del lavoro accademico è sempre stata brutale, ma nel 2010, con un'economia ancora in recessione, era particolarmente difficile.
A complicare le cose, il mio campo di ricerca non si era dimostrato molto popolare negli ultimi anni.
Gli ultimi due studenti che si erano laureati nel gruppo di ricerca in cui avevo scritto la tesi erano finiti entrambi a occupare una cattedra in Asia, mentre gli ultimi due ricercatori che avevano frequentato lo stesso gruppo erano finiti rispettivamente a Lugano, in Svizzera, e a Winnipeg, in Canada. "Devo dire che ho trovato l'intero processo piuttosto duro, stressante e deprimente", mi ha detto uno di questi ex studenti. Dato che io e mia moglie volevamo rimanere negli Stati Uniti, e preferibilmente sulla costa orientale, una scelta che restringeva drasticamente le nostre opzioni, ho dovuto confrontarmi con la possibilità concreta che la ricerca di un lavoro accademico si sarebbe rivelata un fallimento, costringendomi a ricominciare essenzialmente da zero nel capire cosa fare della mia vita.
Questo è stato il contesto in cui ho iniziato quella che poi ho cominciato a chiamare "la mia ricerca". La domanda era chiara: come fanno le persone ad amare ciò che fanno? E avevo bisogno di una risposta.
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