Sonia Malaspina, Marialaura Agosta
Nessuno parlava, nessuno sapeva cosa dire
I quattro pilastri fondamentali
Tempo di lettura: 3 minuti
Per me era arrivato il momento di battermi contro principi che non hanno mai avuto una ragione d’essere, men che meno oggi, in un periodo storico in cui tante battaglie culturali e sociali sono animate dalla necessità che nessuno sia più costretto a pagare un prezzo per orientamento sessuale, colore della pelle, fede religiosa e dalla priorità di proteggere i desideri, come quello, straordinario, di diventare madri senza rinunciare ad avere un ruolo attivo nella società.
Ho iniziato ad ascoltare decine e decine di donne, in azienda e fuori, annotando i problemi che si trovavano ad affrontare ogni giorno, fra mille difficoltà. Una ricerca che mi ha permesso di riassumere tutto in quattro semplici regole con cui la mia azienda poteva fare la differenza per le madri. La prima era proprio ascoltare le neomamme al loro rientro sul posto di lavoro dopo il congedo di maternità, per capire quali erano le difficoltà e i problemi che incontravano.
La seconda, troppo spesso data per scontata, era dare ascolto, per la prima volta, anche ai papà, figure fondamentali nella crescita dei figli, che sempre di più vogliono e possono sostituirsi alle mamme, guadagnandosi sul campo il diritto a giorni di congedo di paternità retribuiti pari a quelli delle loro compagne.
Terzo, la sfida forse più sottile di tutte: far sì che padri e madri potessero essere figure presenti nei passaggi fondamentali della crescita di un figlio, che fosse per una recita di Natale a scuola o nei delicati giorni dell’inserimento all’asilo. Non c’è niente di peggio dell’essere costretti a vivere i momenti destinati ai ricordi più belli attraverso le foto scattate da qualcun altro, perché quel giorno papà o mamma non potevano proprio assentarsi dal lavoro. Sono ancora convinta che quell’assenza non tolga nulla all’azienda e, anzi, che il senso di gratitudine finisca perfino per aumentare l’attaccamento al proprio lavoro e le performance aziendali. Non lo dico solo io, ci sono centinaia di studi che dimostrano quanto un piccolo sforzo di comprensione si amplifichi a dismisura, trasformandosi in sentimenti di riconoscenza e soddisfazione.
Quarto punto: il denaro, ovvero nessuna decurtazione dello stipendio durante la maternità e al rientro pari opportunità dei colleghi per un’eventuale promozione o aumento.
Ci ho lavorato sopra senza sosta leggendo e ascoltando anche esperti in materia: ho limato, aggiustato e sistemato ogni passaggio e soppesato ogni virgola, perché tutto fosse così semplice e rotondo da non prestare il fianco a possibili critiche. Poi è arrivato il giorno in cui dovevo presentare ai miei capi, la dirigenza, il mio progetto di politica genitoriale articolato in quattro punti.
Ero inquieta e nervosa, dopo tanti anni dall’ultima volta stavo per presentarmi a un esame molto complicato, ma soprattutto ero arrivata a poter realmente fare qualcosa di concreto perché nessun’altra donna provasse più quello che avevo vissuto sulla mia pelle anni prima. Era il capolinea dei miei sforzi e di tante battaglie e, soprattutto, l’inizio di un nuovo percorso molto più affascinante, ma questo non lo sapevo ancora. Anche se mi sentivo preparata e pronta a ribattere punto per punto, forte di una teoria che metteva in relazione i vari passaggi del mio programma con i risultati aziendali, temevo comunque lo spiacevole effetto “plotone di esecuzione” tipico di situazioni come queste.
Sforzandomi di mantenere una calma “aziendale” ho parlato, spiegato e illustrato ogni cosa, senza che nessuno mi interrompesse. E quando ho finito, nella sala riunioni è calato un silenzio tombale: nessuno parlava, nessuno sapeva cosa dire.
Condividi

Ricevi notizie sulle nuove uscite e gli eventi della casa editrice, contenuti interessanti e promozioni