C’è un universo narrativo che vive dentro ognuno di noi, un racconto multiplo che parla della nostra vita e che ci ha portato fino a qui. E non ha importanza che tu sia un individuo, un brand, un prodotto/servizio… perché ormai anche i brand sono come “persone”: si raccontano, si umanizzano, hanno una personalità che rispecchia quella dei pubblici. Tutto nel content continuum in cui ci troviamo viene personificato e raccontato. Infatti, il racconto di sé è ormai parte integrante delle nostre vite, che sia in forma verbale, scritta o visiva.
Ogni persona o azienda ha una storia unica e individuale da raccontare, un vero e proprio storiverso, che spesso include esperienze, sfide, cadute, successi che hanno modellato la sua esistenza. Non a caso “la condizione dell’uomo contemporaneo esige la fiaba […] proprio perché la nostra epoca è così disgregata che il senso è diventato invisibile, quindi è diventato quasi spontaneo andare a ricercare il senso con uno slancio improvviso di fantasia”.
Il racconto è oggi il vettore di condivisione delle nostre epopee biografiche, fatte di momenti felici e tristi, di sconfitte subite e sfide vinte, di grandi amori e tenere amicizie, di importanti viaggi e significative esperienze, di prodotti creati e consumati, di brand identitari da amare e con cui identificarci, che creano un legame emotivo e duraturo con i consumatori, simile a quello che si instaura tra individui.
Il costante raccontarci crea così il nostro storiverso: personale o aziendale. Questo storiverso siamo noi nella nostra quintessenza narrativa, e raccontarlo è un atto di coraggio e di bellezza, oltre che di sensibilità umana.
Negli ultimi decenni, il modo in cui ci raccontiamo è cambiato notevolmente grazie alla diffusione dei media digitali e dei social network. Le piattaforme come Facebook, Instagram, TikTok, Twitter (adesso X) e non solo ci offrono la possibilità di creare uno storiverso di noi stessi attraverso le immagini, i video e le parole. Possiamo scegliere di mostrare solo le parti più positive della nostra vita o di condividere i momenti più difficili, in base a come vogliamo essere percepiti dagli altri. Ma non possiamo evitare di raccontarci in un flusso incessante di noi.
“Raccontami di te” è l’invito che oggi ci viene fatto dal mondo per riscoprire come narrare i nostri sogni e progetti, per riconoscere le nostre paure e le nostre speranze; per comprendere meglio come posizionare un prodotto; o per narrare con più efficacia un brand nella consapevolezza che ormai tra marca, prodotti e persone c’è un legame sempre più sottile.
È un invito a metterci a nudo nel racconto e a condividere con gli altri la nostra vulnerabilità, ma anche la nostra forza. In fin dei conti, quante volte ci siamo sentiti rivolgere la frase “raccontami di te”? A volte in tono assertivo, altre interrogativo. Ce lo siamo sentiti dire a un incontro formale o in un momento informale.
“Raccontami di te” è anche una di quelle locuzioni comuni nelle nostre interazioni sociali. Ci viene detto quando incontriamo persone nuove, durante colloqui di lavoro, appuntamenti amicali e in molte altre situazioni. È certo un modo per conoscere meglio un’altra persona, ma anche per raccontare il proprio storiverso, scegliendo al meglio modi, tempi e scene del racconto personale o aziendale. Quando qualcuno ci dice “raccontami di te” ci fa un grande regalo per la nostra reputazione e il nostro networking, perché ci permette di condividere la nostra esperienza con gli altri e di farci conoscere meglio. Tuttavia, dovremo essere capaci di farlo, altrimenti l’occasione sarà sprecata, e soprattutto occorrerà essere consapevoli del modo in cui ci raccontiamo.
Nelle prossime pagine condivideremo modelli, temi, stratagemmi, strumenti e format del racconto di sé in un momento storico in cui il raccontarsi è ormai un asset indispensabile da possedere e saper usare, vuoi a livello personale, vuoi a livello aziendale.
Così Brand storiverso è un invito ad avviare un dialogo intimo e autentico con noi stessi e con gli altri – definendo meglio il proprio universo narrativo. Perché solo quando siamo in grado di narrare meglio il nostro storiverso, di attribuirgli un significato e di comprendere i suoi fili conduttori, possiamo davvero conoscere appieno la nostra storia e diffonderla in modo efficace. E solo quando siamo capaci di condividere la nostra storia con gli altri, possiamo costruire ponti, creare empatia e creare connessioni.
[...] La vita è un grande spettacolo, un enorme palcoscenico dove ogni giorno siamo protagonisti di uno storiverso che abbiamo definito su noi stessi. A volte senza nemmeno saperlo.
Ogni parola, ogni gesto, ogni scelta è infatti una battuta, una coreografia, un’emozione che contribuisce a costruire il nostro personaggio pubblico e anche privato. Personale o aziendale.
Spesso ci dimentichiamo che il nostro storiverso non è immutabile, che possiamo cambiarlo, riscriverlo, arricchirlo con nuovi atti e nuove trame. E così possiamo recitare parti che non abbiamo ancora interpretato, mettere in atto dialoghi che non abbiamo ancora intrapreso, vivere ruoli che rispecchiano ancora meglio la nostra essenza e il nostro racconto esistenziale.
Nella vita, ognuno di noi è il regista, lo sceneggiatore e l’interprete principale del proprio storiverso, “perché un racconto e un argomento ben costruito sono […] i due modi di conoscere che gli esseri umani hanno a disposizione come principi funzionali”.