L’intelligenza artificiale (IA) non è più soltanto materia per laboratori di ricerca o scenari futuristici. Dalle raccomandazioni sui social media alla generazione di testi e immagini, dall’utilizzo in ambito medico alla recente diffusione di veri e propri “agenti intelligenti”, l’IA è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana.
In particolare, l’IA è diventata uno snodo cruciale dell’attività d’impresa, poiché non sta solo trasformando il mercato del lavoro e le skills e competenze richieste, ma sta anche ridisegnando i modelli di business, le relazioni con i clienti, i processi produttivi e le logiche decisionali all’interno delle imprese.
Oltre a numerose e importanti opportunità, l’IA può generare anche significativi rischi e un impatto non sempre positivo. L’IA non è solo una questione tecnologica: per questo, non possiamo affidarci solamente alla logica dell’innovazione tecnologica per orientare la progettazione, lo sviluppo e l’utilizzo dei sistemi di IA. Dobbiamo, piuttosto, riconoscere la necessità di affrontare il tema in modo interdisciplinare e farci guidare da una bussola che ci orienti verso una buona innovazione, capace di mettere sempre la persona al centro.
Questa bussola è l’etica. In un contesto in cui algoritmi di IA influenzano il comportamento dei consumatori, selezionano i candidati per un impiego o ottimizzano le dinamiche della supply chain, l’etica non può essere considerata un lusso accessorio o un freno all’innovazione tecnologica. È, al contrario, una dimensione strategica delle imprese e una leva competitiva per generare fiducia, innovazione responsabile e valore di lungo periodo.
Sempre più spesso, gli stakeholder chiedono alle imprese non solo cosa sono in grado di fare con l’IA, ma anche come e perché lo fanno. Saper rispondere a queste domande implica dotarsi di un framework etico capace di indirizzare e giustificare le scelte tecnologiche e organizzative. In un’epoca in cui la tecnologia corre più velocemente delle norme, l’etica dell’IA rappresenta inoltre una frontiera cruciale per le imprese che vogliono essere protagoniste consapevoli del cambiamento.
Questo libro vuole essere una guida, per le imprese, nell’adozione di sistemi di IA che consentano di promuovere una buona innovazione: un’innovazione che valorizza le persone, che genera un impatto positivo sui lavoratori, sulle organizzazioni e sulla società.
Nei primi quattro capitoli affronteremo i temi principali dell’etica dell’IA e illustreremo gli strumenti per applicarla nel contesto aziendale: il capitolo 1 spiega cos’è l’intelligenza artificiale e perché è necessaria un’etica dell’IA; il capitolo 2 mostra l’importanza di ancorare l’etica dell’IA al purpose dell’impresa e ne discute il ruolo nel gestire e orientare le trasformazioni del lavoro; il capitolo 3 esamina nel dettaglio i valori e principi alla base dell’etica dell’IA; il capitolo 4 prende le mosse da un’analisi del contesto europeo e sintetizza le principali novità introdotte dall’ai Act (Regolamento europeo sull’IA), per illustrare poi i principali strumenti di promozione dell’etica dell’IA nei contesti d’impresa, soffermandosi in particolare su governance, formazione e valutazione.
Gli ultimi capitoli sono dedicati all’analisi di tre settori in cui l’etica dell’IA è quanto mai importante: il settore del marketing (capitolo 5), delle risorse umane (capitolo 6) e della logistica (capitolo 7). In ogni capitolo vengono discussi opportunità e rischi dell’utilizzo dei sistemi di IA nel settore preso in considerazione e vengono suggerite strategie concrete per realizzare una buona innovazione.
Il libro nasce da anni di ricerca interdisciplinare, condotta insieme a colleghi e colleghe e a giovani ricercatori e ricercatrici su diversi aspetti dell’etica dell’IA; nel corso del tempo abbiamo testato le nostre ricerche in contesti internazionali e intersettoriali e le abbiamo anche valorizzate in alcune iniziative di trasferimento tecnologico e impatto sociale: attività di disseminazione e comunicazione, di formazione a livello universitario e professionale, di collaborazione con le imprese.
Molte di queste attività sono state possibili grazie alla cattedra Jean Monnet EDIT – Etica per un’Europa digitale inclusiva, di cui sono titolare e che mi ha spinta ad approfondire sempre di più l’importanza dei valori e principi europei per una buona innovazione. Altre attività sono state svolte grazie a collaborazioni con imprese realizzate nel contesto della nostra spin-off universitaria GAIA. GAIA è una startup innovativa fondata con colleghe e colleghi filosofi, giuristi, ingegneri, che offre alle imprese servizi di formazione e consulenza in materia di IA, con un focus su etica e governance dell’IA. In particolare, gaia ha sviluppato un’innovativa piattaforma di valutazione dell’impatto etico e della compliance giuridica dei sistemi di IA, che consente di effettuare assessment rapidi e capillari.
L’etica dell’IA ha ormai generato un patrimonio di conoscenze teoriche ed esperienze sul campo che è difficile ignorare. L’etica si è consolidata, nel corso degli anni, come la bussola che orienta il nostro viaggio nell’innovazione tecnologica. Oggi questo viaggio continua ed è a un punto di svolta: dalle scelte che compiremo oggi, infatti, dipende il nostro futuro. L’IA è un’ondata potenzialmente travolgente, ma nel saperla gestire e orientare eticamente sta il nostro ruolo di esseri umani, autenticamente umani.