Alessio Sakara
Nella vittoria e nella sconfitta
Imparare a prendere per il verso giusto sia le vittorie sia le sconfitte.
Tempo di lettura: 2 minuti
Quando il gioco si fa duro, a tenere botta meglio di tutti sono coloro che hanno imparato a prendere per il verso giusto sia le vittorie sia le sconfitte, e che hanno al proprio fianco alleati altrettanto consapevoli. Tutti vogliamo vincere, e non c’è niente di sbagliato in questo, a patto che l’ansia di primeggiare non si trasformi in una dipendenza. Evitarlo non è facile perché viviamo in un mondo ossessionato dal successo. Chi vince viene portato in trionfo, innalzata a tutti gli onori, le porte gli vengono aperte dappertutto, gli elogi echeggiano e le opportunità si moltiplicano. In un secondo, chi ha ottenuto il successo si ritrova a diventare un modello di comportamento, un esempio da imitare in ogni ambito. Nella dimensione effimera dei social network questo è amplificato alla follia. Chi ha tanti follower è considerato un vip, un vincente a prescindere. I like sono la droga che alimenta l’ego di uno stuolo di buoni a nulla.
Il rovescio della medaglia è che se ci convinciamo che vincere sia la sola cosa che conta, va a finire che diamo un peso eccessivo anche alla sconfitta. Non riesci a fare o ottenere quello che vuoi? Sei un perdente. Brutto quando te lo fanno capire, o te lo dicono in faccia, ma ancora peggio quando sei tu che lo dici a te stesso, e te ne convinci a tal punto da tradire la fiducia che dovresti nutrire nei tuoi confronti. Proprio tu, che dovresti darti forza e coraggio, diventi il maggiore sabotatore della tua vita. Così, di fatto, ti manchi di lealtà, un valore troppo spesso sottovalutato, che sia orientato verso gli altri o verso se stessi. Quando il gioco si fa duro, il solo tipo di persone che vuoi avere al tuo fianco è quello che crede nella lealtà e la eleva a legge inviolabile.
Sono le persone che restano al tuo fianco anche quando perdi, e che non te lo fanno pesare. D’altronde, perché dovrebbero? La sconfitta è parte della vita e non esclude nessuno. Parallelamente, chi è davvero leale con te non perderà occasione di ricordarti che nella vittoria si annida il seme dell’arroganza, dell’arrivare a credersi chissà chi. Mike Tyson ha affermato in un’intervista che da giovane era molto suscettibile. Quando lo criticavano andava su tutte le furie, e questo succedeva perché si sentiva una persona importante. Oggi che è un uomo più maturo e molto spirituale dichiara che non si offende più, dopo aver compreso che, in fin dei conti, non è nessuno. Lui, un campione destinato a passare alla storia del pugilato.
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