2 febbraio, tra dieci anni
Vi svegliate ed è il 2 di febbraio. Sapete cosa significa: è il Giorno della gratitudine. Ogni anno, in questo giorno di festa, ricevete duemila dollari dal governo. Potete tenerne la metà e avete ventiquattro ore per dare via l’altra metà. Non potete dare i soldi a chiunque perché è una ricorrenza destinata a onorare i lavoratori necessari alla società che si sacrificano in prima linea. C’è un registro nazionale dei beneficiari idonei a cui poter donare i vostri dollari di ringraziamento. Una lista che include chi lavora nella sanità e nel campo assistenziale, gli insegnanti, i bibliotecari, gli addetti dei parchi pubblici, gli autisti degli autobus urbani e i lavoratori agricoli. Ogni persona iscritta nel registro lavora al servizio degli altri e il suo stipendio non riflette appieno il valore del suo contributo alla società. Il 2 febbraio, potete decidere di ringraziare una persona su questo registro che a vostro parere ha fatto la differenza nella vostra vita, che sia il vostro insegnante di scuola superiore preferito, un’infermiera che si è presa cura del vostro bambino prematuro nella terapia intensiva neonatale o un addetto alla manutenzione del parco del vostro quartiere. Oppure potete ringraziare qualcuno che non avete mai incontrato: in tal caso, il database del Giorno della gratitudine vi abbinerà a qualcuno in base alla vostra richiesta – per esempio, un raccoglitore di frutta che lavora in una fattoria che fornisce prodotti al vostro negozio di alimentari locale. Ogni anno, il registro viene aggiornato per inserire altri lavoratori chiamati a dare il loro contributo, i vigili del fuoco durante una stagione di incendi particolarmente distruttivi o i lavoratori dell’industria farmaceutica durante una pandemia.
Il Giorno della gratitudine è stato istituito come nuovo stimolo economico volto a migliorare il benessere sociale tanto quanto la sicurezza economica. I primi mille dollari sono versati a ogni cittadino che abbia almeno sedici anni. Gli altri mille dollari danno ai partecipanti l’opportunità di fare del bene a qualcun altro, con l’obiettivo di creare legami sociali più forti nella comunità. Potete fare la vostra donazione in modo anonimo, ma la maggior parte delle persone celebra il Giorno della gratitudine scrivendo una lettera di ringraziamento o facendo un video per la persona a cui destineranno la loro donazione. Molte delle lettere e dei video vengono condivisi pubblicamente, online, e i più emozionanti diventano virali sui social media.
Un altro obiettivo del Giorno della gratitudine è rendere i lavori essenziali, di solito meno remunerativi, più attraenti dal punto di vista finanziario, senza imporre per legge un salario minimo significativamente più alto a chi si spende in prima linea. Anche se le ricompense del Giorno della gratitudine sono imprevedibili, molte persone si ritrovano a beneficiare di questo dono annuale. Se preferite non partecipare, potete dire “No, grazie” e i duemila dollari che vi sono stati assegnati (e qualsiasi altro regalo) saranno restituiti al governo.
Il momento della scelta: Immaginate di svegliarvi nel Giorno della gratitudine, tra dieci anni. Avete intenzione di dire “Grazie” o “No, grazie”? Se doveste scegliere di partecipare, a chi inviereste i vostri soldi oggi, e perché?
Bentornati nel presente. Ora che avete preso la vostra decisione, continuiamo a giocare con questo possibile futuro. Ecco altre domande da considerare. Lasciate che la vostra mente vaghi attraverso le possibilità:
- Qual è stata la vostra prima reazione all’idea di un Giorno della Gratitudine? Vi piace? Non vi piace? Perché?
- Se doveste riassumere le vostre future emozioni sul Giorno della gratitudine in una parola, quale sarebbe?
- Che tipo di lavoratore o volontario vorreste aggiungere al registro? Chi altro vorreste ringraziare in questo futuro?
- Questa politica economica vi sembra giusta oppure no? Cosa cambiereste per renderla più equa?
- Questo sistema vi farebbe considerare un cambiamento nella vostra vita lavorativa o nel vostro percorso di carriera? Pensate che potrebbe modificare potenzialmente le scelte di altre persone?
- Come prevedete che una giornata nazionale della gratitudine potrebbe cambiare le vostre relazioni con gli altri, in particolare con le persone che ringraziate o da cui siete ringraziati?
- La vostra mente è andata subito sui risvolti negativi? Avete pensato che le persone potrebbero cercare di manipolare il sistema o sfruttarlo per il loro tornaconto? Cosa potrebbero fare per corrompere l’intenzione originale di questa festa? Queste scappatoie invaliderebbero l’idea o le tollerereste?
- Chi potrebbe non sostenere il Giorno della gratitudine o scegliere di non partecipare? Riuscite a pensare a un modo per far accettare il sistema anche a queste persone?
- Cos’altro potreste fare con gli amici o con la famiglia durante il Giorno della gratitudine? Quali rituali o tradizioni personali aggiungereste?
- Una delle cose che preferisco nel giocare con gli scenari futuri è che gli altri spesso dimostrano reazioni sorprendenti.
“Mi sentirei orgogliosa in questo futuro”, mi ha detto una giovane a proposito del Giorno della gratitudine, “perché sarebbe la prima volta nella mia vita in cui potrei prestare aiuto a qualcuno.” “Mi sentirei in pace”, ha detto un’altra persona, “perché potrei restituire un qualcosa alle persone che mi hanno aiutato e sentirmi meno in colpa per non averlo meritato.” “Sono sicuro che ci sarebbero un sacco di dibattiti su chi dovrebbe avere diritto al denaro”, ha previsto un mio amico attivista. “Quindi vorrei sostenere le categorie che saranno eventualmente dimenticate. Sarei entusiasta di farlo.”
Le persone che in un simile scenario avrebbero diritto alle donazioni di ringraziamento hanno commentato in maniera differente: “Mi sentirei escluso se nessuno mi ringraziasse. Avrei timore di essere dimenticato durante il Giorno della gratitudine.” “Sarei troppo imbarazzato per approfittarne. Non vorrei dover chiedere alla gente di scegliere me invece di qualcun altro durante il Giorno della gratitudine. Mi sembrerebbe di chiedere l’elemosina.” “Sarei nervoso. Sarebbe più facile se potessimo contare su uno stipendio minimo più alto invece di attendere di essere ringraziati. Ci sono però tante persone che vorrei ringraziare, e mi renderebbe felice farlo. Mi piace quest’idea e la odio allo stesso tempo.” Avere una relazione di amore-odio con uno scenario futuro è una buona cosa. Significa che state utilizzando la vostra immaginazione positiva e anche quella ombra. Se vi state chiedendo “Cosa potrebbe accadere di buono in questo scenario? Cosa potrebbe accadere di brutto invece?” vuol dire che state considerando la questione da più angolazioni. E a più persone parlerete di uno scenario, più angolazioni vedrete.
Un amico con cui ho condiviso questo scenario mi ha risposto: “Il mio primo pensiero è stato che avrei voluto organizzare una festa della gratitudine, una festa a sorpresa dove tutti donano alla stessa persona, per cambiare la sua vita in meglio. Poi mi è venuto in mente, perché non fare davvero una festa della gratitudine per qualcuno? Non per riempirli di assegni, non succederà, ma per riempirli di lettere di gratitudine. Vorrei davvero provarci!”
Un amico imprenditore mi ha risposto: “Sarei molto impegnato in questo futuro perché creerei un nuovo business chiamato GoThankMe.com. Funzionerebbe proprio come GoFundMe, ma aiuterebbe le persone a raccontare le proprie storie di ringraziamento e accenderebbe i riflettori sui lavoratori più idonei. Noi prenderemmo una piccola percentuale come tassa di servizio. Duecento milioni di adulti, che inviano mille dollari ciascuno, considerando per noi il 3 per cento, sarebbe potenzialmente mezzo miliardo di dollari di entrate all’anno.”
Un altro amico mi ha scritto: “Quello che questo scenario mi sta davvero facendo pensare è perché non pagare le persone in modo più equo. Sono sicuro che, durante il Giorno della gratitudine, sarei entusiasta di ringraziare qualcuno e curioso di scoprire chi hanno ringraziato tutti i miei amici e familiari. Ma in questo momento, la mia mente è all’opera per capire come risolvere il problema di chi si prende cura di noi e viene pagato così poco.”
Ogni volta che giocate con uno scenario futuro, vi incoraggio a invitare qualcun altro a farlo insieme a voi. Se c’è qualcuno con cui vorreste condividere lo scenario del “Giorno della gratitudine”, per favore fatelo! Parlatene e giocate insieme. Quando facciamo un viaggio mentale con qualcun altro, vediamo il mondo attraverso i suoi occhi, e questo può rivelarvi che cosa conta di più per loro. Qualsiasi sia la reazione, sarete più ricchi di idee, avrete più dati, per immaginare il futuro da un punto di vista diverso. Se volete davvero migliorare la vostra capacità di immaginare, pubblicate questo scenario sui social media. Valutate come reagisce la vostra rete di contatti! È il modo che preferisco per raccogliere dati sul futuro.
Una ricorrenza come il “Giorno della gratitudine” potrebbe davvero essere considerata? Sarebbe utile? Lo scenario è un futuro da considerare? Penso che abbia potenziali lati positivi, che lo rendono stimolante da immaginare, e lati negativi, che lo rendono invece preoccupante. Per fortuna, non dobbiamo discuterne i meriti con urgenza, dal momento che non si tratta di un’idea politica attualmente sul tavolo. È uno dei vantaggi dei viaggi nel futuro: possiamo crearci opinioni salde e sostenerle con leggerezza, rimanendo aperti al ripensamento, perché non ci viene chiesto di prendere una decisione importante e vincolante già oggi. Allo stesso tempo, considerare la ricorrenza abbastanza seriamente da immaginare come ci sentiremmo a celebrarla, anche solo per pochi momenti, accresce la creatività. È come un seme capace di germogliare con altre idee, più reali e realizzabili: per esempio, su come esprimere la nostra gratitudine agli altri in maniera inedita. Capace di puntare la nostra attenzione su un problema presente che merita più attenzione, come la questione economica dei lavoratori fondamentali. Non dobbiamo aspettare dieci anni per approfittare delle intuizioni che uno scenario del genere ci offre. Il “Giorno della gratitudine” non è una previsione di come sarà il futuro o un’argomentazione su come dovrebbe essere. È un’esplorazione, basata su dati che sono già disponibili oggi. È un concetto chiave su cui torneremo, ancora e ancora, durante tutto questo libro. Gli scenari futuri dovrebbero essere plausibili, ma non devono essere per forza probabili né desiderabili perché siano in grado di stimolare il pensiero creativo e dibattiti importanti.